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La mia arma sarà per sempre l’amore. La semplicità in un mondo sempre più complesso. Mi correggo, il mondo è perfetto ma l’uomo l’essere più crudele che esista. Come possiamo mai capire, a volte vacillo nella mia convinzione, ma cerco di avere la rassicurazione dalla natura, che tutto possa davvero ricominciare, come un’alba nuova.

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  • Letizia

    Non servono commenti… Le foto parlano da sole… ❤️

    19 agosto 2017 at 14:07 Rispondi
    • fili

      fili

      …e di sole…

      quante volte ci siamo trovati a commentare l’orrore, di gridare “non abbiamo paura” di dire basta… come ho detto, vacillo… mentre bagno la terra arida con le mie lacrime.

      19 agosto 2017 at 14:37 Rispondi
      • Letizia

        ❤️❤️❤️

        19 agosto 2017 at 15:24 Rispondi
  • Laura C.

    Una delle mie migliori amiche, italiana, vive a duecento metri dalla Rambla. La telefonata subito, pwr fortuna erano tutti in Sardegna. Settimana prima lei era lì con i suoi bambini a vedere un teatrino.
    Sento nausea di tutto questo. Davvero. Dire non abbiamo paura, ma non è vero, io ce l’ho. A volte ce l’ho. Purtroppo a volte ce l’ho.

    19 agosto 2017 at 18:03 Rispondi
    • fili

      fili

      certo che ce l’abbiamo. abbiamo anche cambiato le nostri abitudini, all’aeroporto, in stazione, blocchi di cemento in centro, militari, polizia ovunque… io ci penso sempre, anche quando vado al supermercato. mi dispiace dirlo ma è la pura verita’… poi penso a questi ragazzi, giovanissimi, che vivono qui, indossano le nike e adorano il calcio…ma non acettano la nostro liberta’ e sono disposti a morire per le loro folli convinzioni… Angosciante.
      ti abbraccio!
      f

      20 agosto 2017 at 08:10 Rispondi
  • Claudia Oliveri

    Più di un mio conoscente era nei pressi poco prima…fa più impressione ma l’angoscia sarebbe uguale comunque…a Settembre la mia nr 1 sarà a Valencia…è mesi che programma questo viaggio…la tentazione di fermarla è forte …non lo farò perché il mondo va avanti nonostante le nostre angosce e le nostre ansie che sono “ridicole” di fronte a certi scenari di guerra e di soppreaffazione

    19 agosto 2017 at 22:15 Rispondi
    • fili

      fili

      Ridicole no… ti capisco perfettamente. occorre avere gli occhi sempre ben aperti, anche se serve a poco.
      Non siamo abituati a vivere così, ma immagino che dobbiamo imparare infretta.

      ti abbraccio amica, sono convinta che il viaggio a Valencia sara’ stupendo! fili

      20 agosto 2017 at 08:17 Rispondi
      • Claudia Oliveri

        Certo che non era questo il mondo che sognavamo per loro …ma la storia va avanti su binari più grandi della nostra quotidianità

        20 agosto 2017 at 14:01 Rispondi
  • naty

    Sole…luce …pace e amore…ciò che di bello ci rimane…
    Naty

    20 agosto 2017 at 07:55 Rispondi
    • fili

      fili

      ciao dolcezza!!!

      20 agosto 2017 at 08:18 Rispondi
  • veraB'

    Come te anch’io e, chissà quanti altri !
    …..voglio credere nell’alba nuova, voglio provare e vivere sperando che l’amore vinca su tutto, voglio pensare che la semplicità sia la modalità migliore per affrontare tutto e che l’aridità inumidità dalle lacrime un giorno possa essere invece idratata da lacrime di gioia…
    Voglio, non vorrei !!!

    Vi abbraccio con un bacio…
    V’

    20 agosto 2017 at 11:30 Rispondi
  • PuroNanoVergine

    Difficile, se non impossibile, commentare.
    Comunque l’alba dell’Uomo è stata descritta in modo magistrale in questo capolavoro (ed è un’alba di violenza):

    https://www.youtube.com/watch?v=icIiLJ1uMUs

    20 agosto 2017 at 13:39 Rispondi
  • DB

    A metà della mia camminata serale (Capo Posillipo-Mergellina e ritorno) mi seggo ad uno dei chioschi davanti al mare. La specialità dei chioschi sono i taralli fatti con mandorle e pepe, accompagnati da birra ghiacciata. Però fa molto caldo e non mi va di bere altro che acqua minerale.
    Al tavolo accanto ci sono cinque ragazzi napoletani, sui vent’anni. Dall’accento si capisce che vengono dall’area flegrea, a nord di Napoli. Sul tavolo molte bottiglie di birra vuote, ma continuano a bere. Ascolto il loro slang quasi incomprensibile e li osservo: barbe di foggia mediorientale, capelli rasati ai lati, sopracciglia ritoccate, tatuaggi innumerevoli, a colori e in bianco e nero. Uno è particolarmente su di giri e si sfila la maglietta. Su un fianco compare un tatuaggio in caratteri arabi. Un altro ragazzo lo imita ed esibisce un tatuaggio in ideogrammi cinesi (o giapponesi) sulla spalla e un altro in caratteri arabi sotto l’ascella. I corpi dei cinque ragazzi, visti tutti insieme, sono un ammasso di segni, figure, parole, simboli e codici senza significato, buttati alla rinfusa, scelti per imitazione di non si sa cosa.
    Quei corpi mi danno l’idea di un rumore e di una confusione provocati con ogni mezzo per coprire il vuoto, ma senza riuscirci. Anzi, quel vuoto aumenta e prende il sapore di una resa, di una sottomissione.
    Li guardo e mi viene in mente il Bataclan o come diavolo si chiama. Era quel locale parigino dove un paio di anni fa centinaia di ragazzi partecipavano ad un concerto rock quando un gruppo di fanatici islamisti con i mitra ne ammazzò un bel po’. Nei giorni successivi circolarono molte immagini del prima, del durante e del dopo. Mi è rimasta impressa la foto dei ragazzi ancora ignari con un birra in una mano e l’altra sollevata al cielo con la ‘V’ di ‘victory’, il segno reso celebre da Churchill alla fine del secondo conflitto mondiale. Mi sono sempre chiesto quale vittoria credevano di festeggiare quei ragazzi negli ultimi attimi prima dell’orrore e della follia. La risposta io non ce l’ho e non ce l’hanno i ragazzi che, per giunta, ignorano il significato di quel segno. E mi è rimasto impresso anche il video dell’anziano rockettaro -in divisa di ordinanza- che continuava a percuotere la sua chitarra elettrica mentre il Bataclan era già diventato il mattatoio di Allah. Una sfida estrema e coraggiosissima? No: era solo il fatto che il rumore secco e metallico dei mitra era simile a quello della sua chitarra. Insomma, si trovava nel mezzo di una concertazione casuale di rumori violenti che in quella singolare circostanza valevano tanto il sangue quanto il vuoto -o la sottomissione- dei ragazzi con le birre e le dita a V.
    Il vecchio rockettaro era rimasto sul palco perché il rumore era forte e indistinto e lui non aveva capito. Ma forse non c’era molto da capire.

    Guardo ancora un po’ i cinque ragazzi e mi convinco sempre più che il vuoto in natura non può esistere. Appena si crea un vuoto qualcosa lo riempie. Qualunque cosa.

    Finisco la bottiglina d’acqua e inizio la salita da Mergellina a Capo Posillipo.

    20 agosto 2017 at 15:19 Rispondi
    • Laura C.

      Dici, caro Domenico, che forse non c’era molto da capire. Invece per me c’è tutto da capire. Io non capisco proprio. 🙁

      21 agosto 2017 at 14:41 Rispondi
      • DB

        Cara Laura,
        tieni presente che i miei erano pensieri dettati dall’amarezza per quanto avvenuto poche ore prima a Barcellona.
        La difficoltà a ‘capire’ non è solo tua o mia. E’ una difficoltà generale: si parte dai governi dei singoli stati europei e si arriva ai singoli cittadini.
        Sono convinto da anni che la nostra risposta all’Isis e al fanatismo islamista sia una risposta ancora troppo debole e ‘difensiva’ per essere efficace. Non c’è coscienza della gravità di ciò che accade e di ciò che occorre fare, soprattutto tra le persone più giovani.
        Porto ad esempio un fatto storico che certamente conosci bene: nell’autunno del 1936, dopo pochi mesi dallo scoppio della Guerra Civile in Spagna, si costituirono le Brigate Internazionali con lo scopo di portare aiuto al governo del Frente Popular. Si calcola che i volontari delle Brigate Internazionali fossero nell’ordine di 60 o 70.000 persone, provenienti da una cinquantina di Paesi di tutto il mondo. Erano in prevalenza studenti e operai e circa un terzo del totale cadde in combattimento nel giro di due anni (le Brigate Internazionali furono sciolte nell’autunno del ’38).
        Perché ci fu quella grande mobilitazione e un così grande sacrificio di vite umane ? Per il semplice motivo che in tutto il mondo si era compreso che la Guerra Civile in Spagna era la prova generale di ciò che sarebbe accaduto in Europa a partire dall’estate del ’39. Come sappiamo, al fianco dei golpisti di Francisco Franco c’erano i fascisti italiani e i nazisti tedeschi. In poche parole, si comprese che c’era un grande pericolo e che occorreva tentare una reazione.
        Oggi l’islamismo radicale è, a mio parere, il nuovo nazi-fascismo. Oggi vediamo come il terrore si faccia nuovamente Stato attraverso l’ISIS (o Daesh o Califfato di Siria e Iraq).
        Oggi, però, non ci sono la comprensione di ciò che accade e la reazione concreta da parte dei popoli europei. Al massimo, ci sono lo sventolio di matite, i fiori, i lumini e il solito fiume di chiacchiere che, sinceramente, ha proprio stufato.
        In questo quadro, il massimo dell’insignificanza si ottiene se all’indifferenza delle masse giovanili aggiungiamo i tatuaggi in lingua araba e le barbe islamiste.
        Detto in parole povere: più coglioni di così non è possibile.

        Un saluto cordiale,
        DB

        21 agosto 2017 at 23:14 Rispondi
    • DB

      Nella nostra Europa si è creato un vuoto di idealità, di cultura, di desiderio di conoscere il mondo, di interpretarlo e di cambiarlo o almeno di provarci. Il ‘brivido che non c’è’ forse è questo.
      Facevo l’esempio delle Brigate Internazionali del ’36 perché quelli erano ragazzi o addirittura ragazzini di vent’anni. Eppure la giovane età non gli impedì di essere testimoni del loro tempo, al contrario. Testimoni attenti, capaci di critica radicale, appassionati e generosi.
      Nel ’36 il fascismo e il nazismo si erano già imposti in Europa, nell’aprile del ’39 vinsero anche in Spagna e dopo cinque mesi iniziò l’immane disastro della seconda guerra mondiale. Però, dopo pochi anni, nel maggio del ’45, fascismo e nazismo furono cancellati dalla faccia della terra. Anche grazie al sacrificio di quei giovani delle Brigate Internazionali e di tantissimi altri come loro.

      DB

      23 agosto 2017 at 12:05 Rispondi
  • Maria Pia

    Grazie Filippa! Semplicità, amore, e il sapere essere cristallini.

    6 ottobre 2017 at 10:48 Rispondi

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