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pulito

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Ultimamente sono come sapete, spesso in sella alla mia bici. Ho la fortuna di pedalare e vedere tante cose nuove e continuo a pensare che la bici sia il simbolo del cambiamento della mobilità delle nostre città. Proprio ieri ho fatto una puntata cittadina, scoprendo i tesori e la storia della Reggia di Monza, i suoi giardini e parco immenso: 700 ettari da esplorare!

Ma la bici potrebbe risolvere anche altri problemi:  ho trovato la bike washing machine!!! Durante l’allenamento domestico sulla cyclette si potrebbe unire il dovere con eh…il dovere 😉 : sfruttando l’energia prodotta pedalando, attraverso un generatore nei pedali, si aziona una lavatrice, facendo così il bucato!  Geniale, no? 😉

Green Style

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  • Morgan

    Wow…questa non l’avevo ancora vista!!! Geniale e utile 2 in 1 senza nemmeno consumare energia elettrica….
    Certo che quando metti il programma della centrifuga devi spingere al massimo e pedalare come se scendessi dal Mortirolo

    ciao e W la bici

    13 luglio 2016 at 15:20 Rispondi
  • Giu

    Urca! A questo non avevo ancora pensato…
    Ma se mi stimoli, allora ecco che salta fuori dal cappello il byke-aspirapolvere (anche comodo perché si sta seduti) il byke-mocio, il byke-spolverino, il byke-lavastoviglie, il byke-forno (mmm, qui mi sa che bisogna pedalare assai) il byke-scaldabagno, il byke-ricarica-smartphone, la byke-televisione (ma questa mi sembra che già c’è)…
    Ottimo! Chiederò alla colf se potrebbe piacerle utilizzare questo tipo di elettrodomestici 😉
    Ciao! Giu

    13 luglio 2016 at 15:38 Rispondi
    • fili

      fili

      ottimo! ma cosa è la bYke? (bike…) hehehehehehehehe…
      fili-saputella

      13 luglio 2016 at 16:36 Rispondi
      • Giu

        Ma insomma, maestrina dalla penna rossa, devo proprio spiegarti tutto?
        BYKE = Build Your Kind Energy
        😛

        13 luglio 2016 at 19:53 Rispondi
    • lapaz

      le Faroe sono anche il mio sogno, credo andró l’anno prossimo! Se sei in giro in Europa dovresti andare a sentire Eivør Pálsdóttir, una cantante fantastica, ha una voce da elfo dei boschi, su youtube non rende, io l’ho sentita dal vivo a novembre in Germania, un sogno!

      14 luglio 2016 at 13:30 Rispondi
    • Letizia

      Hahaha, fantastico! Quando si dice avere ingegno… 🙂
      Proprio tre giorni fa, sfogliando i dépliants che ho in casa, ho iniziato a fantasticare su quale potrebbe essere la meta dell’anno prossimo, e guarda caso ci sono proprio le Faroe, insieme alle Svalbard e alle Lofoten. Chissà chi di loro la spunterà per prima?! 😉

      14 luglio 2016 at 14:05 Rispondi
  • DB

    Camminare in bici o a piedi o con mezzi pubblici ? Sono totalmente d’accordo.
    Ma chi la pensa come noi resta un eccentrico. Le cose continuano ad andare, grosso modo, come al solito: si usa la macchina e si fanno carte false -è il caso di dire- per poterlo fare sempre e comunque.

    Tre giorni fa esco dalla funicolare di Mergellina e attraverso il parcheggio con le strisce blu.
    Passo accanto a due addetti che stanno verificando se le automobili espongono lo scontrino, se l’orario non è scaduto oppure se l’orario è valido ma lo scontrino è della settimana prima.
    Alle mie spalle sento una voce gridare: “ Tutt’a ‘ppost’, ‘ggiovane, tutt’a ‘ppost’ ?” (scusi, signore, è tutto in ordine ?).
    Vedo una donna di piccola statura e molto sovrappeso correre verso gli addetti al parcheggio che hanno già le penne in mano e il quaderno delle multe aperto. Arriva trafelata. “Teng’ ‘o cartellin’ d’o disabbil’…” (la mia automobile espone il contrassegno che indica il trasporto dei disabili).
    Uno degli addetti le chiede :”Signo’, ma ‘o tenite ‘o disabbil’ ?” (Signora, ma il disabile ce l’ha davvero ?). “ ‘A ‘stu mument’ nun m’o trov’….” ( allo stato ne sono sprovvista, ma è una mancanza momentanea).
    Ho rallentato il passo e sto per fermarmi. Voglio sentire come si svolge la conversazione sul disabile che c’è e non c’è, che ci sarebbe ma non in quel preciso istante, che tuttavia può apparire quando meno te lo aspetti. Vorrei sentire, ma prevale il vecchio vizio della discrezione e quindi proseguo.
    I ‘cartellini dei disabili’ sono color arancione col disegno di una sedia a rotelle. Circolano molte macchine col cartellino e spesso mi sono chiesto se vivono ancora i mutilati e gli invalidi delle due guerre mondiali, se Albert Sabin non ha più inventato l’antipolio oppure se epidemie e cataclismi si sono abbattuti di recente su Napoli senza che me ne accorgessi.
    Ieri racconto l’episodio al mio barbiere e lui mi dà una spiegazione molto semplice : i ‘cartellini’ si vendono per poche decine di euro e imitano perfettamente quelli del Comune, coi timbri e tutto il necessario.
    Ormai è così: c’è una realtà ufficiale, legale, con timbri e bolli e c’è una realtà parallela che la trascende, la supera, va oltre e stabilisce un nuovo limite esistenziale. Si dirà: è Napoli. Certo, ma qui -semplicemente- si gioca d’anticipo.

    DB

    14 luglio 2016 at 12:45 Rispondi
  • veraB'

    Tutto ciò che posso raggiungere e trasportare pedalando con la mia due ruote mi rende felice e mi fa sembrare tutto più leggero, anche quando i pesi nella cesta sono notevoli…
    Pertanto che ben venga anche questa nuova idea e le idee aggiunte dal ns. Giu, attendo il brevetto 😉

    p.s.: l’immagine della bicicletta in apertura è fantastica, la vorrei !!!
    Baci

    24 luglio 2016 at 17:59 Rispondi

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