…ti svegli, apri la finestra e trovi un paesaggio incantato, coperto di neve fresca, illuminato da un sole splendido, il cielo… nel blu dipinto di blu… “…e volavo, volavo felice, più in alto del sole ed ancora più in su, mentre il mondo pian piano, spariva lontano laggiù…” Questi giorni sono preziosi come l’oro. Il tempo che trascorriamo, insieme.
Mamma ♥ Pulce
Letizia
… E poi… basta vedere queste foto piene di luce e amore per rendere le giornate più calde e luminose… 🙂
Continuate a godervi la vostra preziosa vacanza lontano da tutto, sono momenti unici che nessuno potrà mai rubarvi!
Bello, il riflesso delle tue braccia sulle vostre lenti! 😉
Baci!
Filippa
…selfie caught in action! 🙂
[alla faccia della coerenza…]
Letizia
🙂 Sì, ma un selfie con la Pulce non vale, è fuori gara e non ha prezzo… 😉
Perdonami, Fili, ho una domanda un po’ curiosa, ma se la reputi troppo privata ed ‘impicciona’ puoi anche non rispondere: quando andate in montagna, come trascorrete le giornate, una volta tolti gli sci, oltre a far merenda con delle super torte o una cioccolata con panna? Si sa che sulla neve le giornate (o meglio, le attività sportive) finiscono praticamente al calar della luce, e anche prima… o no?! 🙂
Filippa
Figurati, rispondo volentieri! Sveglia alle 8, colazione e via sulle piste-in compagnia: tutte donne e figli (i mariti arrivano per il weekend quando io parto…), pranzo (al sole magari) in qualche baita e di nuovo sulle piste in fila indiana, per lavorare bene le gambe!
Una volta in albergo i bambini si cambiano e si buttano in piscina per almeno 1 ora (dove trovano l’energia?) mentre alcune mamme si scaldano nel calore della sauna. Un po’ di riposo prima dell’aperitivo, qualche partita di pingpong seguita dalla cena, tutti insieme in allegria! Due righe di lettura, trovo un filo di wifi per connettermi col mondo e poi a nanna…
Baci! f
fili.
Letizia
Grazie, sei gentilissima come sempre! (temevo di essere troppo invadente)
Le vostre giornate tipo sono super invitanti e, sciate a parte, super rilassanti! Proprio quel che ci vuole per staccare qualche giorno con il mondo e godersi il lusso di quelle piccole cose che rendono le giornate speciali… 🙂
Baci!
laura
quanto amore
non c’è bisogno di parole….
siete stupende 🙂
kiss
Mode in Italy
Momenti preziosissimi!
veraB'
Queste immagini e le tue parole non hanno prezzo, come tutte le cose veramente preziose !!!
Bacidoppiatutte2 😉
veraB’
Tiziana
Che meraviglia Filippa! Grazie per averci reso partecipi di questi momenti così intimi e preziosi 🙂
Laura L
Bei colori, bei paesaggi e belle voi due!
Buona notte!
angelichic
Bellissime foto che traspaiono d’amore! Baci Angelichic
manupia
Mamma e Pulce bellissime …. godetevi questi momenti tutti per voi ….
noi da qui soffieremo forte forte per mandare via tutte le nuvole! 😉
baci manupia
DB
Qualche memoria personale sul tempo che passa e sulle finestre.
Avevo 23 anni, era fine luglio e Nicola, un compagno di studi, mi invitò a passare qualche giorno a casa sua, in un piccolo e bellissimo comune del Cilento, in collina, tra il verde di ricche coltivazioni e il mare a qualche chilometro.
Nicola a Napoli era studente ‘fuorisede’ e durante i periodi di festa tornava -puntuale e lieto- al suo paese. Io lo chiamavo ‘o’cafone’ come era usanza, nella capitale del Regno, chiamare tutti quelli che venivano dallo sterminato contado che circondava la città. Nicola ribatteva che, invece, la vera vita era lì, in campagna. Quello era il luogo del ‘tutto pieno’ mentre la mia grande città -con le glorie, i fascini, le frenesie e i richiami mondani- era il luogo del ‘tutto vuoto’. Tra me e me, non negavo un fondamento a quella teoria ma non gli davo soddisfazione e continuavo a rinfacciargli le ruvide origini paesane. La verità è che mi era molto simpatico e mi piaceva sfotterlo, provocarlo.
Nicola ci teneva a farmi conoscere il suo paese, la famiglia e gli amici. In più, nei primi giorni di agosto, si celebrava un evento straordinario: i cento anni di Rosa, la bisnonna materna.
Accettai l’invito e alla data convenuta partii di buon mattino.
Era una domenica di sole accecante e di aria nitida. La casa di Nicola era un palazzetto di metà ‘700 nella piazza principale. Al centro e sui lati, tutte le ‘istituzioni’: la chiesa, il municipio, i carabinieri, le poste e la farmacia. E quindi, sul fianco più lungo, il belvedere sul mare lontano e sull’ampia vallata di ulivi e frutteti. Mi guardavo intorno e pensavo che il pensiero d’o’ cafone non era affatto sgangherato: in effetti, quello poteva essere il famoso ‘tutto pieno’. Ma c’era dell’altro, molto altro, e lo scoprii mano a mano nel corso della vacanza.
Arrivò l’ora del pranzo in onore della centenaria. Rosa era minuta, curva, parlava piano piano, ma era lucidissima. Quando sollevava il capo per guardarti gli occhi erano allegri e attenti. Era nata in quella casa, esattamente cento anni prima, ed aveva vissuto sempre lì. Tutto per lei era avvenuto tra quelle pareti. Tutte le gioie e tutti i dolori. Solo quattro volte si era allontanata dal paese e dalla casa: per il viaggio di nozze, per il matrimonio di una nipote a Torino, per accompagnare una parente a Lourdes e per il funerale del fratello a Vicenza.
Io ero nell’età in cui si pensa che il tempo è tanto, che va riempito ad ogni costo, che bisogna fare molte cose per farlo passare in modo proficuo, che bisogna profittarne per cumulare esperienze, che…che…che… E infatti mi ingegnavo molto per riempirmi il tempo e per complicarmi la vita. Come un viaggiatore inesperto fa con il suo bagaglio, dentro ci mettevo di tutto, molto di più del necessario.
Guardavo Rosa e i suoi 77 anni in più. La guardavo e mi inquietavo al pensiero di quel suo enorme tempo, trascorso lì, sempre lì. Mi era stato riservato l’onore di sedere accanto alla festeggiata e, verso la fine del pranzo, non resistetti e le feci, in un orecchio, la domanda che avevo in gola da qualche ora: “ Ma tutto questo tempo come è passato ? “ . Rosa sollevò la testa, mi guardò senza sorpresa come se da me attendesse proprio quella domanda, prevedibile, del resto, da un ‘tutto vuoto’ a un ‘tutto pieno’. Rispose lenta e seria nella sua parlata cilentana: “ La vedi quella finestra ? La vita è stata come aprire quella finestra, affacciarmi e guardare fuori: la piazza, la gente, la campagna….”.
Buona vacanza a Filippa e saluti a tutti.
DB
Letizia
@DB: bel racconto! Dovresti scrivere un libro, con tutti i momenti ‘amarcord’ che condividi con noi… 🙂
DB
Cara Letizia,
nel tuo invito colgo una garbata e affettuosa ironia, come dire: vedi di andare a sfogare da un’altra parte….
Ti tranquillizzo: nel mio caso non c’è rischio di romanzi e racconti. Non ho alcuna vocazione letteraria e il motivo è semplice: ho vissuto accanto a letterati e scrittori (ma di quelli autentici) e so che mestieraccio sia quello della scrittura: se è fatto con onestà, richiede passione e dedizione assolute e soprattutto strumenti culturali e tecnici molto raffinati che io non ho.
A quanto pare, ci si è abituati all’idea che i libri li possano scrivere anche Faletti, Mazzantini, Volo, giusto per dire qualche nome fra i tanti e intenderci, ma sappiamo bene che -in realtà- non è così.
Il guaio però è un altro, anzi sono due o tre: ho una memoria di ferro, non ho mai tenuto un diario, confesso che ho vissuto (ma questa l’ho già sentita, non è mia) e che continuo a vivere, nonostante tutto.
Ne consegue un continuo di cose che mi ricordano qualcos’altro, di associazioni di idee, di bisbigli all’orecchio, di din-don da aereoporto, di fruscii sulla spalla. Tra un po’ sentirò le voci come Giovanna d’Arco.
Oggi ho visto Filippa alla finestra, ho letto di come passa il tempo e tac è venuta fuori Rosa.
Buon fine settimana !
DB
PuroNanoVergine
Mi associo all’invito di Letizia.
La qualità c’è tutta, caro DB (soprattutto se raffrontata a certi “autori”).
Forse la difficoltà maggiore consisterebbe nel rendere universali
dei ricordi che, così come li proponi tu, sono inevitabilmente
personali.
Letizia
@DB: non c’era nessuna velata ironia, nelle mie parole (e poi, perché mai avrei dovuto permettermi?), dicevo sul serio. E, a tal proposito, concordo in pieno con quanto detto da PNV, dalla prima all’ultima parola.
Di certo, il tuo è un bagaglio di ricordi non comune.
DB
Cara Letizia,
innanzitutto, se tu avessi con me toni scherzosi e ironici li accetterei con piacere. Ironia e scherzo sono un ‘codice’ delle relazioni interpersonali che io per primo pratico spesso e volentieri.
Circa il merito della questione, ringrazio te e PNV. Il vostro gradimento mi fa piacere, ma la letteratura è una cosa seria e tosta mentre io non lo sono, nel senso che non ho mezzi tecnici adeguati.
PNV diceva -opportunamente- che dovrei rendere oggettivo ciò che è soggettivo, universale ciò che è personale. Dovrei, in sostanza, inventare un altro me stesso. E qui casca l’asino (cioè, io) ! Per far questo occorrono gli attributi tecnici che a me mancano….
Aggiungo che -se per avventura dovessi scoprire di avere virtù finora nascoste- non so se mi caricherei di una fatica così grande. Io scrivo in fretta e il solo pensiero di rileggere, correggere, lomare mi fa star male. Eppure, questa fase autocritica, questo artigianato è indispensabile.
Buona serata !
DB
Filippa
Bellissimo racconto, grazie per la condivisione, leggo sempre con molto piacere i tuoi ricordi! Forte Rosa, ma io continuo a pensare che…che…che…. ma ogni tanto apro la finestra.
🙂
f.
Tiziana
La celeberrima Donna Rosa !! 😀 Perdonami la battuta, DB, ma non ho resistito 😉 Il tuo ricordo è bellissimo e ti ringrazio per averlo fatto vivere di nuovo qui per tutti noi. Buon weekend a te e al Planet 🙂
DB
Cara Tiziana,
proprio stamattina, percorrendo un vicolo del Rione Sanità a Napoli, ho sentito una donna gridare dal balcone :” ‘Onna Ro’ ! ‘Onna Rosaaaaa !!! “.
Non so a chi si rivolgesse, ma dal tono mi sembrava una comunicazione delle meno distese.
Qui in città il titolo di ‘Don’ o ‘Donna’ (la ‘d’ non si pronuncia) è riservato a persone di età matura e di qualche autorevolezza nel loro ambiente sociale. Probabilmente, è uno dei tanti spagnolismi che segnano la nostra lingua e i nostri costumi.
Nelle campagne, e in particolare quella a sud di Salerno, non credo che si usi. Forse lì usano ‘Compare’ e ‘Commare’. Forse la centenaria era “Cumma’ Rosa”, forse.
Molte cordialità,
DB
Tiziana
@DB
Tanto di cappello per come tu sia riuscito ad argomentare in modo piacevole e costruttivo anche una sciocca battuta come la mia. Buona serata.. anzi buona notte 🙂
DB
Sempre generosa, Tiziana….
Collego questi commenti a quelli sul film di Sorrentino per dire che ‘la grande bellezza’ è quella quotidiana, quella che viviamo attimo per attimo, se ce ne sono le condizioni oggettive e noi ne siamo capaci. Le donne che parlano o urlano da un balcone all’altro, possono essere una frazione, infinitesimale ma insostituibile, di bellezza. Ma occorre trovarsi al Rione Sanità una domenica mattina e camminare col naso per aria, esercizio che comporta i suoi rischi.
Non so se hai visto il film. Io credo che -alla fine- Sorrentino questo voglia dire.
DB
Tiziana
Grazie DB, terrò presente il tuo gradito consiglio nel vedere il film. Buona serata 🙂
DB
Figurati, era solo una mia personale percezione del film.
Cercherò di rivederlo in TV, ma dubito che mi sarà possibile sopportare le continue e lunghissime interruzioni.
Intanto, ci sono ‘sti due che annunciano il film ma non se ne vanno…..Ah, sì, se ne sono andati. Adesso c’è quello che parla con la gallina. Maronna !
DB
Filippa
rubano, rubano, rubano anche le stelle… 😉 http://www.gossip.it/news/filippa_lagerback_sulla_neve_con_stella_news.html?ID=1393599538#.UxDB_aWJzZs
Letizia
… e oltre a rubare, fanno diventare anche le persone più ‘agées’… 🙁
Filippa
ahhaha, la Pulce ha solo detto. 11? Ottimo.
🙂 🙂 🙂
Letizia
Ma come “Ottimo”?! 🙂 Allora la Pulce ha fretta di diventare una Grande Pulce… 😉
P.S. Mi fa piacere che siate arrivate a casa, dalle foto che ho visto su Twitter immagino che la prima parte del viaggio non sia stata rose e fiori…
Baci!
Filippa
E’ stato un incubo! Già da ieri sera temevo il rientro- durante il tempo della cena erano già caduti 25cm di neve…bello per carità…ma le strade!!! Ha poi continuato tutta la notte (ogni tanto mi svegliavo e guardavo fuori, sempre più preoccupata) Sono partita presto, ma non troppo, per lasciare lavorare gli spazzaneve la mattina. Strade tutte bianche e all’inizio sembrava abbastanza tranquillo (ho un po’ d’esperienza in materia…hehe) ma al primo tornante c’era una coda di macchine…qualcuno non riusciva più ad andare e bloccava tutti gli altri, camion inclusi… La polizia locale ha risolto dopo un po’ spostando i mezzi a mano. (catene rotte… gente senza catene, gente che non sa montare le catene…gente impreparata….GENTE)
Incontri con gli spazzaneve nelle stradine strette strette, ambulanze, macchine al contrario….e la neve non cessava di venire giù, facevo fatica a vedere fuori per la quantità che si depositava sul cofano… Alla fine però, la neve si è trasformata in pioggia ed eccomi qua, pronta per Chetempochefa, in diretta stasera. Fil-good, fil-safe.
Letizia
Aiutooo! 🙁
Decisamente le condizioni peggiori per affrontare un viaggio… certo, il paesaggio non è decisamente lo stesso, ma per fortuna adesso siete a casetta, al riparo da ogni intemperia!
I Like Fil-Good Fil-Safe! 🙂
Smack!
naty
E’ vero tutto viene carpito, una foto …discreta,se non altro,dove il sorriso di Stella
è bellissimo ,veramente dolce…
ciao fili,ciao Planet