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yes, you can!

bike

 

Usare la bici in inverno? Perche’ no, basta vestirsi bene e fare attenzione sulle parti ghiacciate o come al parco oggi, sulla neve. Si va ovviamente più lentamente per non rischiare una scivolata, ma esistono anche le gomme da neve per chi vuole essere più sicuro. Oltre la parte tecnica, la sensazione di pedalare in inverno è bellissima, dopo due pedalate non senti più il freddo, le guance si tingono di rosso… puoi goderti dei parchi semi deserti, illuminati da un sole invernale con una luce meravigliosa. (Ricordatevi, io lo dico sempre, l’illuminazione è importantissima!) 🙂 Quando nevica può essere pericoloso usare la bici per ovvi motivi: fai fatica a vedere e la superficie può diventare scivolosa all’improvviso… Basta come sempre, usare il buon senso! Buona pedalata, filgood.

Hanno pedalato con me, Peggylabici, bag@phillip plein, boots@moreschi, Tigre@cooee design, piumino@Jan Mayen, guanti@la nonna

  • Giu

    Dei fili d’argento
    ondeggian nei prati
    saran principesse,
    o stelle smarrite?

    Nel bianco chiarore
    m’è parso di udire
    dei fili di voce,
    su prodi destrieri.

    Saran filastrocche?
    saran fili d’oro?
    o son io che sogno,
    oppur io che adoro?

    Ma no! Quale incanto!
    nel manto ovattato,
    un drin drin s’eccheggia,
    per tutto il mio prato!

    Ma si, è lei, la diva,
    sorride e cavalca
    lei il freddo non teme,
    ma fila via a razzo,
    mi lascia un sospiro,
    e grida “che pazzo!”

    La sciarpa mi lascia,
    levata dal vento,
    sì, Stella e Filippa,
    mi lascian contento 😉

    10 dicembre 2012 at 15:21 Rispondi
  • manupia

    anche a me quello piace di più è la faccia gelata e guance rosse!! si si si pùò 🙂

    10 dicembre 2012 at 17:11 Rispondi
  • tatiana

    figo il portaguanti da bici. dove l’hai trovato??

    10 dicembre 2012 at 18:16 Rispondi
  • Stefy

    Che belli gli stivali, devono essere caldi caldi eheheheh

    10 dicembre 2012 at 18:47 Rispondi
  • Letizia

    Sei uno spettacolo! W la coppia Fili-Peggy!
    Anch’io una volta mi divertivo ad andare in bici dopo una nevicata, l’ho fatto persino di sera/notte, con una sana dose di incoscienza, e la sensazione era alquanto ‘adrenalinica’, oltre che altamente energizzante… le guance rosse erano il minimo!
    Ma, come hai ben detto ancora una volta, la sicurezza prima di tutto, visto che su due ruote ci vuole ancora più attenzione!
    Buona serata, Planet, e… complimenti al nostro poeta in erba! 🙂

    10 dicembre 2012 at 19:09 Rispondi
  • naty

    Bravo Giu!
    La poesia ci salva la vita.
    Fili sei un poco spericolata,ed è vero che un abbigliamento adeguato
    ci consente ,momenti di vivacità e una metamorfosi del nostro viso
    pallido ,sì, sì può fare con cautela,un saluto a tutte/i ,naty

    10 dicembre 2012 at 20:15 Rispondi
  • Chiara

    Cara Fili, ammetto di aver latitato dal tuo blog a lungo – anche se non mi perdo le tue meravigliose foto via twitter/facebook – ma vedendo questo post non ho proprio potuto non commentare.

    Sono in Olanda da qualche mese, e anche se tra poco tornerò a casa, posso dire di rimpatriare con una prospettiva ciclistica drasticamente cambiata!
    Per quanto si sappia per immaginario popolare che da queste parti sono molto bike-friendly, non si realizza quanto la bicicletta sia un elemento chiave di questa cultura fino a che non ci si ritrova catapultati a viverci…

    In questi mesi ho visto parcheggi di bici ammassate l’una a fianco all’altra paragonabili per affollamento e dimensioni ai quelli multipiano stipati di macchine fuori dai nostri centri commerciali nella stagione pre-natalizia;
    ho visto rastrelliere posizionate letteralmente ovunque per la città;
    ho scoperta l’esistenza di un intero “reparto shopping” dedicato all’accessoristica a due ruote, tra cui borse per bicicletta (perché in macchina si ha il bagaglio, e in bici? Ecco fatto!) dalle più eleganti e lussuose, sino alla necessità fatta virtù per mezzo di fantastiche ed enormi cassette della frutta attaccate al supporto sopra la ruota anterior; ma anche coprisella, fiori finti, decalcomanie e luci di ogni genere per decorare la propria due ruote come più aggrada;
    ho imparato che non importa che tempo ci sia: sole, pioggia, vento, neve, non importa. Qui si esce in bici comunque, perché l’arietta in viso rinfresca dal caldo, il cappuccio protegge dal vento e dalla pioggia, i guanti dal freddo e la neve viene spalata;
    ho imparato che è possibile (non per la sottoscritta, purtroppo, ma va beh) contemporaneamente: pedalare, parlare al cellulare/mangiare una mela/fumare e portare un amico sulla canna o sul portapacchi;
    ho visto tandem, “tricicli” formato adulto con, alternativamente, una carriola o un ovetto per ospitare chi è troppo piccolo ancora per pedalare;
    ma ho avuto anche il piacere di osservare bimbi dai 5/6 anni in su andare a scuola da soli, in bicicletta, come da noi forse non succede più da quarantanni, nemmeno in campagna;
    ho preso atto che la folla dei ciclisti è la più eterogenea che si possa immaginare, che spazia dagli studenti alle casalinghe agli anziani passando per professionisti in giacca, cravatta e 24ore;
    ma soprattutto, ho scoperto cosa signfichi avere una pista ciclabile a lato del 90% delle strade cittadine, compreso attorno alle rotonde;
    avere la precedenza su qualsiaso altro veicolo;
    e ho scoperto, con sommo stupore, che questa viene realmente rispettata!
    ho ricevuto più volte suonate di clacson ed abbagliate da macchine che mi esortavano a passare prima di loro;
    ho fatto estremamente fatica a capire che sì, era il mio turno, e che no, non dovevo fermarmi;
    che chi è in bici non deve sentirsi nella posizione di dover chiedere continuamente e remissivamente “permesso”.

    D’altronde, nulla viene senza un prezzo: i ciclisti vengono multati per una serie di infrazioni quasi pari a quella dei conducenti delle macchine, ad esempio oltre che per il passaggio nonostante il semaforo rosso, anche per i la percorrenza di sensi unici in direzione opposta a quella consentita e in particolar modo per la mancanza di luci accese/funzionanti al calar del sole. Inoltre, le biciclette parcheggiate in divieto di sosta vengono periodicamente rimosse dalla polizia municipale.

    Ma direi che è un piccolo prezzo da pagare per qualcosa del genere.

    Detto questo, ho davvero timore che verrò stesa nell’arco di due giorni al rientro a Milano, dopo aver preso queste “cattive” abitudini. 🙂

    Mi scuso per il commento prolisso, ma è davvero qualcosa che mi porterò dentro quest’aspetto culturale e ci tenevo a condividerlo.

    Chiara
    xx

    10 dicembre 2012 at 20:24 Rispondi
    • veraB'

      @Chiara: Che voglia di Olanda dopo il tuo racconto !!!
      Grazie per la condivisione …

      10 dicembre 2012 at 20:59 Rispondi
      • Letizia

        Chiara,
        mi unisco a Fili e Vera per farti i complimenti, il tuo commento è bellissimo e rende molto l’idea dell’esperienza che hai vissuto e che (purtroppo, da un certo punto di vista) sta per finire!
        Leggendo le tue parole, mi hai fatto venire voglia di tornare in Olanda e riviverla con altri occhi dopo più di 20 anni! Bravaaa!
        Visto che siamo in tema di ambiente e civiltà, giorni fa sul Venerdì di Repubblica ho letto un articolo che mi ha lasciata senza parole: a Tallinn, dal 1° gennaio, bus e tram diventeranno GRATIS per i residenti per incentivare l’uso dei mezzi e convincere le persone a lasciare l’auto a casa. In Italia, una cosa così sarebbe più fantascientifica della fantascienza stessa. Per darvi un assaggio…
        http://politicaesocieta.blogosfere.it/2012/12/trasporto-pubblico-in-estonia-bus-e-tram-gratis-per-tutti.html
        Ri-Buona serata! 😉

        10 dicembre 2012 at 21:10 Rispondi
  • veraB'

    … Anche per me la bicicletta non ha stagione/meteo/temperature…
    Dove, come e quando posso è il mio mezzo di trasporto per eccellenza !!!

    Baci
    veraB’

    10 dicembre 2012 at 21:02 Rispondi
  • PuroNanoVergine

    Chiedo scusa se l’ho già raccontata (e credo di averlo proprio fatto).

    Ho usato la bici per andare al lavoro una quindicina di anni fa, per alcuni anni (allora ero giovane e bello… bello? Ero giovane… giovane? Ero).

    Una media mensile di circa 700km.

    All’inizio un po’ allo sbaraglio (certe lavate quando pioveva, in particolare ricordo la striscia
    d’acqua sulla schiena provocata dalla gomma posteriore della mountain bike).

    In seguito mi sono attrezzato (porta pacchi, tuta da pescatore impermeabile, galosce ai piedi)
    in modo da poter usare la bici pure durante acquazzoni notevoli (non mi bagnavo più
    ad eccezione delle onde d’acqua provocate dalle macchine, quando mi superavano
    nel bel mezzo di una pozzanghera: l’acqua riusciva a penetrare nell’unico buco disponibile,
    ovvero sotto le ascelle della tuta verde militare).

    La sensazione di vivere una piccola avventura, la (relativa) fatica fisica, lo scaricare le tensioni dell’ufficio compensavano (in parte) il pedalare difficoltoso nel mezzo del traffico (e soprattutto dello smog) milanese (beata te, Chiara!).

    La cosa più divertente era pedalare in mezzo ai pozzangheroni canticchiando:
    “Just cycling in the rain” credendosi Gene Kelly o al limite una via di mezzo
    fra Mosè (divisore d’acque) e Moser (pedalatore, in alcuni casi sul pavet
    che faceva tanto Parigi – Roubaix).

    Altro non aggiungo: saluto la Poderosa III che ho dovuto purtroppo regalare
    nel mio primo (e finora ultimo) trasloco.

    p.s. stanotte sognerò Adriano de Zan 😉

    La bici purtroppo l’ho dovuta abbandonare nel mio ultimo trasloco

    10 dicembre 2012 at 22:06 Rispondi
    • Letizia

      Grande PNC (PuroNanoCiclista)!
      Non mi sembra che tu l’abbia già raccontata, ma se così fosse, poco importa, perché come racconti tu le storie… 😉
      Hai tutta la mia solidarietà per quanto riguarda gli ‘inconvenienti’ da mountain bike, per anni è stata la mia bici quotidiana e quando ripenso ai giorni di pioggia mi viene un male, ma un male… tornavo a casa come Calimero, e anche peggio! Per non parlare dei ripetuti “francesismi” che mi uscivano dalla bocca quando qualche auto mi sfrecciava accanto… 🙁

      10 dicembre 2012 at 22:25 Rispondi
      • PuroNanoVergine

        Meno male che era una novità (o quasi).

        Condivido Letizia i francesismi (certi comportamenti automobilistici sono da terzo mondo oltre che pericolosissimi per chi pedala).

        La cosa impressionante del pedalare a Milano nelle ore di punta (tipo Ponte della Ghisolfa verso le 6 di sera) era il sentire sulle guance lo smog (non esagero, ma la pelle, una volta giunto a casa, la sentivo come “unta”).

        p.s. mai una volta, comunque, che ho incrociato Filippa: l’avrei inseguita anche in cima al mondo… mondo? Mi sarebbe mancato il fiato… oltre la Montagnetta di S.Siro non sarei andato 🙂

        10 dicembre 2012 at 22:56 Rispondi
      • Letizia

        Hahaha! Ma Filiii! Non ci credo che aspettavi me! 😉 Non è il caso di fare troppo affidamento sulla mia memoria, ormai sto diventando una vecchia babbiona e qualche colpetto inizio a perderlo anch’io… 😮
        Insomma, ‘ste mountain bike nun se le fila più nessuno… PNV, io, e adesso anche tu… anch’io l’ho tradita, da 9 anni ho una relazione stabile con una bici – guarda un po’ le coincidenze! – olandese, rossa (ma va?! ;)) fiammante! E se un giorno dovesse lasciarmi lei, credo proprio che passerò alla city! 😉
        Baci baci e sogni d’oro!

        10 dicembre 2012 at 22:59 Rispondi
  • PuroNanoVergine

    “che abbia incrociato”

    10 dicembre 2012 at 22:56 Rispondi
  • Meggie a pois

    Fil, quella bici è strepitosa e, ne avessi una così, la userei anche per dormirci! A me l’hanno appena rubata, sigh 🙁 mi sa che aspetto la primavera!

    11 dicembre 2012 at 10:23 Rispondi
  • Chiara

    Filippa, mi fa davvero molto piacere sapere di non averti tediata (né nessuna delle carinissime persone che commentano qusto blog) col commento precedente (che noto solo essere pieno di refusi, colpa della stanchezza!).
    Temevo di avere sconfinato un po’ dal post e meritarmi un bell'”Ecchissene?”!
    Non so perché ma ho la sensazione che non sia difficile stuzzicare il tuo tarlo viaggiatore! 🙂 Io so già che tornerò in primavera per qualche giorno e non vedo l’ora di vedere come sarà la natura in fiore.
    Ovviamente, non avevo commentato le fotografie, tu sei splendida come sempre, e quegli stivali ho una vaga idea che finiranno nella mia wish-list natalizia. 😉

    PNV, purtroppo tra non molto anch’io dovrò riaffrontare quello smog, non me lo dire 🙁 In compenso per tanti altri motivi – non lo avrei mai detto – ma Milano mi manca.

    Letizia, le bici olandesi sono bellissime 🙂 Da quelle vintage a quelle attuali, hanno dei colori e delle linee meravigliose. Anche se la maggior parte (tra cui anche la mia) ha i freni a pedali: i primi giorni sono stati a dir poco spericolati dal momento che il riflesso automatico era quello di stringere i pugni, aiuto! Ma poi ci si abitua, e adesso sto iniziando a pensare seriamente di portarmela a casa, mi ci sono affezionata troppo…

    11 dicembre 2012 at 15:00 Rispondi
    • Letizia

      @Chiara: la mia è un’olandesina normale, dal modello classico (e, soprattutto, ha dei freni normali! ;)), ma sarei proprio curiosa di vedere come si è evoluto nel tempo il design di queste mitiche bici! 😉
      Comunque, non credo proprio che tu abbia tediato il Planet, con il tuo racconto sincero e appassionato! Anzi! 🙂
      Ciaooo!

      11 dicembre 2012 at 16:25 Rispondi
    • Letizia

      Uhlala! Altro che ‘Piccole pulci crescono’… questa è una Pulce dalla Zampa lesta… cos’altro ti ruberà, la prossima volta?! 😉

      11 dicembre 2012 at 21:02 Rispondi
  • Chiara

    Ma cara! Altro che pulce, qui ormai stiamo crescendo alla grande… Le gambe chilometriche chissà da chi le ha prese, eh? 😉

    11 dicembre 2012 at 22:15 Rispondi
  • Gaia

    Che bei ricordi mi avete fatto venire in mente con le biciclette in citta’… Ricordo ad Amsterdam centinaia di bicilette che sfrecciavano.. Weekend con amici divertentissimo in cui peraltro ho conosciuto mio marito. E poi… Le biciclette sulla neve a Monaco e le multe se percorrevi il marciapiede nella direzione sbagliata. Approfitto del wifi in aereo per leggere i post e commentare. Finalmente una cosa utile: essere connessi, ma non poter utilizzare i telefoni per non disturbare. E questa volta un viaggio non di lavoro…

    12 dicembre 2012 at 00:39 Rispondi
    • Letizia

      Wow, Gaia! Che bella storia, immagino che Amsterdam sia diventata la tua città del cuore, nel vero senso della parola… visti i risultati… 😉
      Grazie di avere scritto dopo aver preso il volo 😉 per una vacanzina (finalmente!), confesso che sono un po’ curiosa di sapere dove sei arrivata… dai, fammi schiattare d’invidia… anche perché, se tanto mi dà tanto, hai scritto in un orario da volo intercontinentale… o mi sbaglio?!
      Bacioni!
      Lety

      12 dicembre 2012 at 08:43 Rispondi
  • Gaia

    Non ti scappa niente… Sei troppo forte! Sono a New York…

    12 dicembre 2012 at 20:10 Rispondi
    • Letizia

      Wow, che bello! Grazie, cara, sei stata gentilissima a rispondermi! Scusa se sono stata invadente e indiscreta, volevo solo sognare un po’ e condividere la gioia di chi sta vivendo una vacanza…
      Goditela tutta!
      Un bacione!

      12 dicembre 2012 at 21:22 Rispondi
  • laura

    w la bici sempre! sei da stimolo x molti pigri come me! io grazie a te la uso molto più spesso 😉
    kiss

    14 dicembre 2012 at 01:22 Rispondi
  • Laura L

    Avvistata Fili sul sito cooee design!
    Questo si che e’ FILIng!
    Buona notte!
    Laura

    14 dicembre 2012 at 23:31 Rispondi

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