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#lerougecollection1

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Lucia Pica, direttore Globale Make-up e colore Chanel ha presentato la sua prima linea di make-up della Maison #lerougecollection1 a Londra ed io ho avuto l’immenso piacere di esserci, conoscere Lucia, ascoltarla raccontare come e nata la collezione, da dove ha preso l’ispirazione, per poi poterla provare in anteprima assoluta. Infatti arriva nei negozi a settembre e allora potrò spiegarvi meglio tutte le novità (vi dico solo che sono rimasta incantata e sorpresa nel vedere l’effetto della matita Rossa per gli occhi, non ci credevo ma è pazzesca!!!) Intanto ho fatto qualche snapshot, nell’attesa delle foto ufficiali del viaggio, che vorrei condividere con voi.

Oltre alla presentazione, Chanel ci ha portato a cena da Sketch: un po’ come essere Alice nel paese delle meraviglie… e poi per un giro nel quartiere Shoreditch nell’East End di Londra. Inutile dire che mi sono divertita un MONDO, coccolata come una principessa!

#chanelmakeup

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  • naty

    Momenti speciali,che ti coinvolgono,bicicletta …dolcezze,ma gli incontri penso siano i più significativi, aspettiamo i racconti di .Alice nel paese delle meraviglie, felice giorno in LONDON,naty

    24 giugno 2016 at 09:21 Rispondi
  • francesca

    24 giugno 2016 at 11:12 Rispondi
    • PuroNanoVergine

      Cinicamente potrei dire che gli inglesi hanno scelto l’opzione di lasciare l’Europa rispetto a quella di fingerne di farne parte 😉

      24 giugno 2016 at 22:07 Rispondi
      • Laura C

        Come al solito sei acutissimo caro Moreno

        25 giugno 2016 at 15:34 Rispondi
  • naty

    Anche per me …ho iniziato scrivendo “LONDON”.
    Bisogna non disperare?

    24 giugno 2016 at 13:33 Rispondi
  • Laura C

    La mia amica scozzese, che ho conosciuto in Italia e che spesso ci ritorna, mi dice che é devastata per il Brexit. Io non riesco a capire come mai è potuto accadere. Come dice la mia amica che in Inghilterra sono “a bunch of idiots”…
    Filippa i colori x l’autunno sono favolosi… eppure ormai ti collego al “nude look” e col rossetto rosso, pur bella lo stesso, mi spiazzi! XD

    24 giugno 2016 at 17:13 Rispondi
  • naty

    E pensare che le rivoluzioni sono state sempre fatte dai più giovani,
    e il costo maggiore di questa scelta sarà pagata dalle nuove generazioni,
    baci,naty

    24 giugno 2016 at 18:07 Rispondi
    • Laura C

      Brava Naty, è questo il punto.

      24 giugno 2016 at 20:07 Rispondi
  • DB

    Gli inglesi -e segnatamente i loro gruppi dirigenti- hanno fatto una fesseria ?
    Non lo so, è difficile dirlo. Io credo che ci sarà molta speculazione finanziaria e una lunga fase di assestamento, ma non credo proprio che per gli inglesi ci saranno cataclismi. A loro interessa di più la sponda atlantica, ovvero il rapporto ‘di sangue’ con gli USA e quello si rafforzerà.
    E poi non dobbiamo trascurare che l’Unione Europea -così com’è- è lontanissima dal ‘sogno’ dei suoi fondatori all’indomani della seconda guerra mondiale. Vediamo tutti i giorni che su molte e decisive questioni la UE semplicemente non esiste. Insomma, gli inglesi hanno qualche ragione per fregarsene…

    Quello che posso dire con certezza è che -saggiamente- la nostra Costituzione (articolo 75) esclude che ci possano essere consultazioni popolari in tema di trattati internazionali. La nostra stupenda Costituzione, quella che si vorrebe sfregiare….
    Una volta tanto abbiamo un primato di civiltà e intelligenza collettiva. Vediamo di non sprecare pure questo.

    24 giugno 2016 at 22:37 Rispondi
      • DB

        I problemi della UE dipendono in larga misura dalla volontà politica degli Stati nazionali. Se la UE funziona male -anzi, se è stata svuotata delle sue principali ragioni ideali- è perché anche la GB ha dato una mano. Pertanto, per consolarci potremmo dire: uno di meno…

        L’importante, in questo momento, è che ciascuno nei singoli Paesi faccia una seria riflessione sui rischi della disgregazione della UE, ma anche su come ‘ripensare’ la sua struttura e le sue finalità perché così com’è non si va da nessuna parte. Questo è poco, ma sicuro.
        In Italia, tanto per iniziare, dobbiamo prendere a pernacchie chi parla a vanvera di fare come i britannici, un po’ perché è tecnicamente impossibile (art.75), un po’ perché per noi sarebbe davvero il suicidio economico.
        Un’altra pernacchia dobbiamo farla a chi vuole stravolgere il mirabile equilibrio della Costituzione per pure ragioni di propaganda e di potere.
        La Costituzione oggi come oggi resta un punto di riferimento certo e attuale. E quindi è meglio nessuna riforma che una cattiva riforma.
        E questa pernacchia la possiamo fare subito -cioè a ottobre prossimo- e con la massima comodità.

        Comunque sia, parlando in generale, vedo molta preoccupazione in giro.
        In effetti, il minimo che si possa dire è che la matassa si imbroglia sempre di più, a livello nazionale e a livello continentale.

        Saluti cari !

        25 giugno 2016 at 10:21 Rispondi
  • Claudia Oliveri

    A poche ore dal voto ci stanno bombardando di news del cosa succederà dopo ….stamattina il mio primo pensiero è stato prr la mia nr 1 che se fosse per lei partirebbe per Londra un giorno si e l’altro pure …e avrebbe voluto studiare là …una amica ha già fatto la ricerca a riguardo…ora uno studente italiano che si vuole iscrivere ad un corso di laurea a Londra pagherebbe più o meno come uno studente inglese …9000 Euro …dopo l’attuazione della Brexit si passerebbe ad una retta intorno ai 22 000 euro …ecco vedo il mondo avvolto dalla paura e questa che ricade sui loro sogni …

    24 giugno 2016 at 23:05 Rispondi
      • DB

        Una piccola nota.
        La rinuncia alle università inglesi, nel caso che diventino care, può essere sgradevole, ma niente di più.
        Chi vuole e può studiare all’estero -nella UE e fuori- tenga presente che le migliori università stanno in Germania e in Israele. Dipende dagli indirizzi di studio, naturalmente, ma in una veduta d’assieme è così.
        E ci sono anche provvidenze interessanti, almeno per gli studenti già laureati in Italia che si devono perfezionare.

        25 giugno 2016 at 10:44 Rispondi
          • DB

            Capisco perfettamente. Tenere un piede in Svezia è più che mai una buona cosa. Per la verità, davo per scontato che fosse così.

            Circa i disagi e contraccolpi sulla vita di tutti i giorni (tipo le tasse universitarie), io non sarei preoccupatissimo. Il processo di uscita è una cosa complicata e lunga. Dovranno cercare soluzioni puntuali un po’ per tutti gli squilibri. Li troveranno anche per gli studenti: per loro è un business e non rinunceranno.

            Sì, ho sentito che a Milano è coperto, ma fa caldo però.
            A Napoli adesso ci sono 35° e alle 15 mi tocca uscire….

            25 giugno 2016 at 11:26
  • DB

    Circa l’università per tua figlia, pensi molto bene. Io non so proprio immaginare cosa sarà questo Paese tra dieci o quindici anni….

    La questione Brexit fa molto riflettere sulla cosiddetta ‘società dei media’ dove tutti sono connessi, tutti sono informati, tutti ‘condividono’, tutti dialogano. Lo dico perché ho appena letto che ha votato solo il 36% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni, mentre gli anziani sopra i 65 hanno votato oltre l’80%. Ma allora questi ragazzi a cosa si connettono, di cosa parlano, cosa pensano ?
    Sempre nella società dei media, dove l’informazione circola vorticosamente, accade un altro fenomeno curioso. Molti fautori del ‘leave’sono soggetti spaventati dal’invasione di stranieri, soprattutto di siriani che fuggono a causa della guerra. Ebbene, sembra che di questi siriani in GB non ne sia arrivato neppure uno. E allora questi soggetti di cosa si sono spaventati, delle immagini che hanno visto in TV ? Hanno confuso Lampedusa con le bianche scogliere di Dover ? Verrebbe da dire che la ‘società dell’informazione’ produce non notizie dei fatti, ma solo nevrosi, fobie e ossessioni. In altri termini, la realtà artificiale prevale su quella concreta.

    Ma, mi chiedo, quelli che adesso stanno raccogliendo le firme non avevano capito la domanda ? chiedono la ‘domanda di riserva’ ? vogliono un aiutino ?

    Conforta sapere che il manicomio non è solo italiano.

    26 giugno 2016 at 00:36 Rispondi
    • fili

      fili

      Ho visto un reportage da una città a 100km da Londra, dove ca 70% hanno votato Leave. Una città piena di stranieri, polacchi, rumeni etc arrivati grazie alla UE, non tollerati dagli inglesi. Chiusa la frontiera, risolto il problema? Loro guardano solo il loro backyard, non pensano minimamente ad altro…

      I giovani che non votano è imperdonabile.

      Per l’università. Si spera poi che abbia voglia di andarci. Intanto la pagella è ottima… 😉 si impegna davvero.
      mamma orgogliosa…
      abbracci
      f

      26 giugno 2016 at 13:41 Rispondi
      • naty

        fili”chi bene comincia è a metà dell’opera”,
        pioggia di sole sulla vostra casa…baci alla vostra Stella!!!
        Naty

        26 giugno 2016 at 14:30 Rispondi
      • DB

        Stella va bene a scuola ? Ne sono contento ma per niente sorpreso.

        Secondo me, per fare bene gli studi universitari è necessario scoprire un interesse forte, una passione, quasi una vocazione per particolari studi. La passione è indispensabile perché una buona università significa studi impegnativi.
        Penso pure che tua figlia abbia il tempo e il modo per maturare un interesse e che tu sarai preziosa nel processo di maturazione e di scoperta.

        DB

        26 giugno 2016 at 23:46 Rispondi
  • Letizia

    Lato ‘frivolo’ del post: che sorpresa, leggere di questa tua trasferta mordi-e-fuggi a Londra! Proprio nel mio recente viaggio, ho girato in lungo e in largo Shoreditch, Spitalfields e Brick Lane, zona per cui ho perso la testa, incantata da tutti quei graffiti, uno più spettacolare dell’altro… tra l’altro, ho immortalato anch’io le facciate che hai fotografato tu, compresa quella a cui ti sei appoggiata con la bici. Stupendeee!
    (E comunque, per rifarmi al vero tema del post, son curiosa di vedere l’effetto matita rossa per gli occhi… 😉 )

    Lato serio del post: sicuramente qualcuno di voi mi prenderà per pazza, ma quando è arrivata l’infausta notizia non sono riuscita a trattenere qualche lacrima per lo shock, misto a rabbia, sdegno e dispiacere. Ho letto con molto trasporto e interesse tutti i vostri commenti, ai quali mi associo, dal momento che sono gli stessi miei pensieri.
    Certo, non ho la competenza di Domenico per giudicare la situazione in maniera lucida e più ‘tecnica’, la mia è stata più che altro una reazione di pancia, primo perché sono da sempre un’europeista convinta (e fiera di essere europea), e secondo perché fondamentalmente ho sempre considerato gli inglesi un popolo di stupidi e ignoranti, nonostante il mio amore per l’Inghilterra, ma non avrei mai pensato sarebbero arrivati a tanto. Quelli che hanno votato Leave si sono dimostrati dei veri egoisti e ottusi, perché hanno tarpato le ali al futuro dei giovani, proprio a coloro che hanno ancora una vita davanti, al contrario della maggior parte dei pro Brexit.
    E il fatto che il giorno dopo molti si siano pentiti del loro voto e si siano chiesti “What have we done?!” la dice lunga sulla loro stupidità (vedi articolo dell’Independent “I Bregrexit’: I voted for Brexit – and now I realise what a terrible mistake I made. What have we done? If I could take my vote back now, I would”).
    La petizione per un secondo referendum, alla fine, si sta rivelando una mezza farsa, e comunque non avrebbe avuto nessun risultato, ormai quel che è fatto è fatto.
    E’ vero che il processo di ‘divorzio’ durerà almeno un paio di anni e non sappiamo cosa realmente cambierà, al di là delle previsioni catastrofistiche, ma quello che temo, come molti, è il famigerato effetto domino e uno sgretolamento progressivo dell’UE, dal momento che già non siamo messi decisamente bene.
    Che ti devo dire?! Io continuo ad essere basita, quando ci ripenso…

    1 luglio 2016 at 00:39 Rispondi
    • fili

      fili

      il mio sentimento esattamente, non ci potevo credere, mal di pancia…

      Di questo sono certo. Se apriamo una lite tra il presente e il passato, rischiamo di perdere il futuro.
      (Winston Churchill)

      eh… ora è tardi cari inglesi. (anch’io speravo in un secondo ref… ma il parlamento non dovrà decidere, basta il voto popolare, sul serio..? )

      hugs.fili

      1 luglio 2016 at 07:34 Rispondi

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