Un altro incontro favoloso, quello con le tenniste numero uno al mondo nel doppio di tennis femminile: Sara Errani e Roberta Vinci- orgoglio nazionale! Ho proposto un match e Roberta ha accettato… ehhh, panico, così ho aggiunto che loro devono giocare con i tacchi, io no… vediamo cosa mi risponde! Hohohoh, I fil-smart!
Per l’occasione un look quasi giusto per il tennis (tranne le scarpe, mica mi faccio l’autogol proprio ora…)
Giu
Se tieni quelle scarpe, potremmo fare un match io e te… temo che vinceresti, considerato che voleresti come una libellula!
PS: parlo sul serio, eh.
g.
Filippa
per me vinco più facilmente se tengo la gonna… hehe.
f.
PuroNanoClerici
Vista l’intervista di ieri, la competitività di Roberta e Sara, temo che la Vinci infierirà senza pietà su di te 🙂
Preparati, Filippa, preparati…
laura
GRANDE FILI SUPER TENNISTA E COMPETITIVI
COSI CI PIACI
VINCI X NOIIIII
KISS
Letizia
Simpaticissime loro e carinissima tu con questo outfit quasi in tema!
Già, un altro incontro mitico per te, e se riuscirai a giocare con Roberta Vinci immagino già la tua felicità… sarà come camminare a tre metri da terra… beh, magari non sul campo, se no addio concentrazione… 😉
Laura L
Uh quella sedia mi ricorda il dentista!!!!
Baci
Filippa
sì, in quella sedia si eseguono certe “operazioni” di effetti speciali di trucco prima della trasmissione!
paura del dentista per caso?
f.
DB
Cara Filippa,
ho solo guardicchiato la puntata di ieri. A parte i tuoi interventi, ho dedicato attenzione solo al palermitano Diliberto che non conoscevo. Ho trovato interessanti e concrete alcune sue affermazioni che, inoltre, mi hanno riportato a esperienze personali di quel periodo.
Nel giugno del 1992 –a metà mese- feci uno dei miei numerosi viaggi a Palermo.
Come d’abitudine, arrivai in tarda serata a Punta Raisi. Il tassì era una vecchia Mercedes con la tappezzeria in similpelle rossa, l’interno ornato da cuscini e passamanerie. E immagini votive. Sul cruscotto il volto santo di Gesù. A guidare il tassì un uomo robusto, con folti capelli e baffi bianchi, il volto rugoso, una camicia a fiori e un crocefisso d’oro sul petto. All’anulare della mano destra brillava un grande anello senza pietra, tutto d’oro e ben tornito. Diedi al tassista il bagaglio e dissi il nome dell’albergo.
Vedevo i cartelli dell’autostrada: Cinisi, Villagrazia, Carini. Credevo che a Capaci ci fossero una deviazione e un cantiere, ma tutto era come sempre. Due o tre settimane prima c’era stato il gran botto di Falcone e m’aspettavo l’enorme cratere che lo aveva inghiottito insieme ai suoi. Invece, solo una lunga striscia d’asfalto più scuro. Avevano ricoperto tutto alla svelta mentre sarebbe stato utile mostrare a qualche italiano di passaggio in che razza di Paese vivesse. Dovevano lasciarlo lì, il cratere osceno e smisurato. Come a Bologna l’orologio del 2 agosto 1980.
Provai irritazione e iniziai a pensare ad alta voce. Diedi fondo al mio repertorio di maleparole e bestemmie. Il tassista non disse “né a, né ba”, non mosse ciglio, né diede uno sguardo attraverso lo specchietto. Eppure, da palermitano capiva il napoletano fino alle sfumature. E poi tutte quelle bestemmie non offendevano le sue immagini sacre ?
Arrivammo a Piazza Politeama. Ero sudato per la rabbia, lo scirocco e il similpelle. Nel ritirare il bagaglio e pagare la corsa fissai gli occhi di quell’uomo: erano una fessura, grigia e ostile. Voltandogli le spalle gli mandai un chitemmuort’. Fu un commiato a mezza voce che salì forte dal cuore. Un commiato ai suoi santi, al tassì barocco, agli ori e al silenzio.
Tra le persone da incontrare in quel viaggio c’era un magistrato della Procura di Palermo, un certo VS.
Era esperto di ‘rogatorie internazionali’ e nella materia non c’era bibliografia. S’era fatto un nome in quella specialità e volevo parlargli, avviare un discorso. La visita era stata concordata nei dettagli perché entrare e uscire dalla Procura era complicato. Arrivai in tassì sulla rampa del grande edificio e fui subito prelevato da due agenti in borghese. Fui condotto al terzo piano e poi in giro per lunghi corridoi rivestiti di marmo chiaro. Camminavamo svelti, quasi correvamo. Davanti a noi si aprivano vetrate che si richiudevano subito con fragore. Vedevo agenti col mitra, facce pallide, gesti rapidi. Arrivammo alla stanza di VS. La porta si schiuse e un uomo bruno e slanciato mi accolse. La conversazione iniziò subito. Non feci allusioni –né lui ne fece- a quanto quelle mura avevano da poco vissuto, ma il ‘botto’ stava lì e comunque riecheggiava. Prima ci fu una telefonata alla quale VS rispose in siciliano con voce roca e alterata: il collaboratore aveva disatteso l’ordine di chiamare solo da cabine pubbliche. Poi, l’agente di guardia fece sbattere la sedia contro la porta e il magistrato ebbe un sussulto. L’agente aprì, spiegò, si scusò e solo allora VS riprese a respirare. La conversazione giunse al termine e il magistrato mi condusse alla porta per riconsegnarmi agli agenti che mi avevano portato lì.
Stavo per stringergli la mano quando dal fondo del corridoio vidi arrivare Paolo Borsellino. Era vestito di grigio chiaro, una camicia celeste e la cravatta scura. Una borsa di pelle, la camminata veloce e lo sguardo basso. Due o tre uomini con i giubbotti lo seguivano. Borsellino vide VS sulla porta e rallentò, ma era indeciso se fermarsi. Guardò lo sconosciuto che ero io. Aveva occhi profondi e miti. Ebbi l’impressione che VS volesse presentarmi -certi siciliani sanno essere cerimoniosi come nessuno- ma c’era un’aria che non sopportava i convenevoli. Era un’aria di sospensione, di parole rarefatte e di gesti essenziali. Borsellino riprese l’andatura e salutò con un segno della mano. Poi lo vidi svoltare l’angolo del corridoio.
Ieri sera a CTCF, il Diliberto ha detto che nell’estate del ’92 tutti a Palermo sapevano che dopo Giovanni sarebbe toccato a Paolo. Ed è vero, è proprio così. Quel mattino di giugno temevo anch’io per Borsellino e non so più dire cosa -vedendo gli occhi profondi e miti- passò per la mia testa. O forse lo ricordo ancora: in pochi attimi mi sembrò di comprendere il senso umano del celebre “La banalità del male” di Hannah Arendt e il senso laico del titolo cristiano ‘Santo e Martire’.
DB
Filippa
Grazie del tuo ricordo DB.
Per me che non ho vissuto quegli anni in Italia è importante leggere la storia, ascoltare i racconti, cercare di capire… Temo purtroppo che sia impossibile per me comprendere l’entità, il perché, di tutto quello che è accaduto, e che accade ancora oggi in questo paese.
f.
DB
Se la cosa ti può confortare, è oggettivamente difficile capire bene la storia della Repubblica perché ci sono troppe zone d’ombra, troppe opacità, troppi ‘misteri’ non risolti.
Se accetti un mio piccolo consiglio, nel fare le necessarie letture dividerei la storia repubblicana in due periodi: 1) dalla caduta del fascismo ( 25 luglio 1943 ) alla crisi dei partiti tradizionali e Tangentopoli; 2) dalle stragi di mafia (1992/93) alla cronaca -sempre più demenziale e disperante- dei nostri giorni.
Facilmente ti accorgerai che la radice delle questioni di oggi risiede nei fatti di Palermo del ’92 e in quelli degli anni immediatamente successivi.
Buona serata !
DB
Giu
Anch’io ho apprezzato l’intervento del Diliberto, caro DB.
Per quanto mi riguarda, lo conosco da parecchi anni ed ho sempre apprezzato i suoi servizi, sempre miti, colmi di umiltà e curiosità, ma anche comici sino a rasentare l’assurdo. Una pacatezza nel raccontare i fatti della vita che si avvicina ad una forma di rassegnazione, ma è un errore di lettura voluto.
Infatti, nel momento giusto, colpisce con una fotografia senza filtri che illumina la storia in modi, per lo più, crudi ed inaspettati.
Quanto all’argomento mafia, penso che non dimenticare mai sia una necessaria forma di sistema immunitario. Come diceva qualcuno: “Aquì no se rinde nadie”.
g.
DB
Caro Giu,
a Cuba non si arrendeva nessuno, è vero, ma qui, negli ultimi vent’anni, s’è arresa una montagna di gente. Ma proprio una montagna.
Ho appena sentito un’intervista al magistrato calabrese Gratteri su la 7. Se l’hai sentita ti sembrerà chiaro perché parlo di resa incondizionata di milioni di individui. E ti sembrerà chiaro il potere reale che le grandi organizzazioni malavitose -in tutte le loro articolazioni- hanno stabilmente acquisito da una ventina d’anni a questa parte.
Come dicevo a Filippa, l’origine della nostra dolorosa attualità sta nelle stragi del ’92 e del ’93.
DB
PuroNanoVergine
Bellissimo ricordo, DB.
A me PIF ricorda, nei modi, Gene Gnocchi.
L’aria svagata, una apparente leggerezza, dietro le quali
vi è sostanza e qualità (anche se Gnocchi in effetti
non credo abbia mai trattato temi delicati come quelli di PIF).
DB
Ma Pif e Diliberto sono la stessa cosa ?
Se sì, non so fare un paragone con Gnocchi perché conosco poco pure lui.
Posso solo dire che questo Pif è un tipo interessante e, nel suo ‘disordine’, straordinariamente chic e taffinato, come può accadere solo ai maschi siciliani. Tanto chic capita raramente, ma capita solo lì.
E’ vero quello che dice Tiziana: perché Filippa non si è fatta una foto col Pif ? Una volta tanto che c’era un ospite che valeva la pena ? Si vergogna ? E vabbe’, per i casi meritevoli, fa un sacrificio e chiede…
DB
Tiziana
@DB.. sì sono la stessa persona, non cosa 😉
Pierfrancesco Diliberto è il suo nome, però dai tempi de “Le Iene” ha ereditato il buffo nomignolo Pif, forse per la sua aria apparentemente stralunata e fintamente ingenua, che nasconde invece una spiazzante lucidità ed un grande coraggio. Se ti capita, prova a vedere qualche replica del suo programma “Il Testimone”, potresti apprezzarlo un po’ anche tu. Magari tra un approfondimento di storia e l’altro, giusto per rilassarti un attimino, che dici?
Buona serata 🙂
DB
Cara Tiziana,
in un linguaggio molto colloquiale e domestico credo che si possa dire ‘cosa’ intendendo ‘persona’. E ancora di più questo può avvenire nelle parlate locali.
Faccio un esempio tra i tanti possibili. In questo caso specifico, usando il romanesco, io potrei chiederti: ” ‘A cosa, ma che stai a di’ ?” e nessuno potrebbe dubitare che tu sia una persona umana.
Circa il Pif, ti ringrazio per il suggerimento. Andrò a vedere il film appena torno da un nuovo viaggio di lavoro. Domenica sera mi è sembrato di riconoscere in questo giovane uomo l’eleganza interiore di alcuni siciliani (palermitani, soprattutto) che ho avuto modo di conoscere negli anni. E’ una qualità rarissima che mi si rivela di quando in quando. Magari mi sbaglio, però questa è la netta sensazione.
Buona giornata !
DB
Tiziana
@DB
Non era mia intenzione metterti in ridicolo, mi spiace tu l’abbia presa così. La mia era solo una stoccatina in difesa al graffio lasciato dal tuo racconto. Apprezzo molto le tue narrazioni e il tuo voler condividere qui i ricordi più cari e sono lusingata dal poterli leggere, solo che questa volta era per me un po’ troppo amaro, mi hai spiazzata e mi sono rinchiusa a riccio, come un piccolo istrice spaventato. Non me ne volere per questo. E soprattutto per favore continua così.
Buona giornata anche te… pace?
DB
Nessun problema, assolutamente ! Stai tranquilla.
Tante buone cose !
DB
DB
Cara Tiziana,
a te che apprezzi molto il genere, propongo questa intervista rilasciata da Pif Diliberto. Mi sembra più esplicativa ed efficace di quella data a Fazio.
http://video.corriere.it/pif-sono-orgoglioso-essere-palermitano-il-mio-film-vi-spiego-perche/bb9d1d08-5691-11e3-9a32-8b8b5da15961
Mi piace molto l’orgoglio di essere palermitano, lo capisco fino in fondo.
DB
Giu
@DB ho guardato l’intervista al corriere alla quale ti riferisci, anche a me è sembrata migliore di quella di Fazio.
Una frase che mi ha particolarmente sorpreso: “se la mafia non ci fosse staremmo meglio tutti, e starebbero meglio anche i mafiosi”. Concetto per niente scontato, ed anche solo per questo mi sembra encomiabile l’iniziativa del film.
Buona giornata, Giu
Tiziana
@DB
Graziegraziegrazie per la segnalazione, come sei gentile (e soprattutto vuol dire che non sei più scocciato con me), stasera con calma seguirò l’intervista, ora purtroppo sono di fretta.
Cambiando completamente discorso, posso chiederti un parere tecnico sul Planet? Ieri sera ho installato l’aggiornamento software del mio Mac e da allora vedo dei banner pubblicitari che prima non mi apparivano: ci sono sempre stati? A me sinceramente non piacciono e mi danno anche un po’ di fastidio, è un come quando ti invitano “per parlare un po’ perché è da tanto che non ci vediamo, vieni dai ci tengo tantissimo” e poi ti accolgono con la tele accesa… Sono io che sono strana a dar peso a queste cose?
Buon pomeriggio 🙂
DB
Cara Tiziana,
in verità, io non ho ancora capito perché dovrei essere seccato con te….però, preferisco andare avanti: io sono lento a capire e va a finire che ci impiego una settimana.
Mi sembra che i banner pubblicitari siano una novità recente. Io li ho notati da pochi giorni. A me questi banner non danno fastidio, in genere sono molto più invasivi. Tuttavia -a parte le predilezioni personali- bisogna considerare che avere pubblicità in un blog è buon segno. Significa che il blog ha spessore, qualità e un certo numero di visitatori. Significa che l’impegno di Filippa ha dei riscontri obiettivi e credo che questo debba far piacere a tutti quelli che seguono il blog.
Un saluto cordiale,
DB
Tiziana
@DB
Ho appena visto la bella intervista che mi ha segnalato e ho molto apprezzato l’orgoglio sincero con cui Pif parla della sua terra e della sua fame di riscatto, come già traspariva nell’intervista con Fazio ma che qui sono molto più limpidi. Mi auguro che queste idee contagiose possano coinvolgere sempre più persone, non solo a Palermo e in Sicilia, e poi, come si dice, da cosa nasce cosa. In particolare mi ha colpito la riflessione, già espressa a CTCF, riguardo la finta indifferenza con cui tante volte si sceglie di vivere, che, se da un lato ti porta ad avere una vita facile e apparentemente irreprensibile, dall’altro invece isola e condanna chi ha il coraggio di mettersi in gioco per il bene di tutti. Anche l’altro concetto ricordato da Giu è molto sorprendente, mi ricorda molto un discorso di Papa Francesco, nel quale incitava a lottare contro la povertà, sia materiale che spirituale, senza la quale il mondo sarebbe migliore per tutti. Due concetti semplici, all’apparenza elementari, ma che invece racchiudono un significato profondo e non da sottovalutare. O forse queste mie riflessioni sono solamente il frutto dell’ora tarda che mi ha sorpresa ancora qui a risponderti? 😉
Grazie anche per il chiarimento sui banner, mi hai aperto una nuova prospettiva e vista così la cosa è effettivamente meno fastidiosa, devo solo farci l’abitudine. Tanto di cappello allora a Madame Filippa 🙂
Ora vado, non ti rubo altro tempo, né altro spazio al Planet. Buona notte.
PuroNanoVergine
Diliberto credo sia il suo cognome.
Mode in Italy
Fili, ma l’anello che indossavi in trasmissione?? L’ha addocchiato il marito, gli piaceva parecchio… Devo dargli la dritta giusta: more info, please 😉 😉
Baci!!
Filippa
@modeinitaly che occhio!!! come hai fatto a vederlooooo?
eccolo: http://www.toryburch.it/ANELLO-CAMILLE/32135620,it_IT,pd.html?dwvar_32135620_color=339&start=22&cgid=accessories-jewelry
Mode in Italy
Grazie!! L’ha visto il marito: quando l’allievo supera la maestra 😉 BACIONI
Letizia
@Fili: è bastata una sola inquadratura, mentre tenevi in mano il CD, per far ‘cadere l’occhio’ sull’anello… 😉
@Elena: nooo, non ci posso credere! L’avresti mai detto?! ^_^
Mode in Italy
@lety 😉 😉
Robi
Anche a me e’ piaciuta molto l’intervista a Pif, spontanea e toccante.
Simpatiche Errani e Vinci, mentre le nuove canzoni di Liga non mi hanno entusiasmato.
Puntata interessante, e la padrona di casa sempre al top!
P.S. Grazie della tua testimonianza, Domenico. Ogni volta che ti leggo, imparo qualcosa.
DB
Cara Roberta,
non è da me che puoi imparare….
Al massimo puoi prendere per buono il suggerimento che ho dato a Filippa.
Un saluto cordiale e a presto rivederci, spero !
DB
Robi
Caro Domenico,
io cerco di imparare da tutti e qualcuno, come te, mi offre sempre spunti interessanti!
Buona giornata, un abbraccio e speriamo di vederci all’incontro con Fili!
Tiziana
Fili… almeno una foto con Pif … anche piccolapiccolapiccola 🙁
Filippa
…dovete capire che per me è una violenza andare a chiedere la foto con l’ospite…aaahhh, mi vergogno come una ladra. Torno la piccola (si fa per dire), timidissima (ah, sì molto) ragazzina che si nascondeva dietro la gonna della mamma.
Una tortura. Ma poi, ovviamente sono felice di avere un foto-ricordo… 🙂
f.
Giu
…dillo a noi!!! Quelle rare volte che ho avuto l’occasione di chiederti di fare una foto insieme mi sono vergognato che volevo sprofondare 🙂
Robi
Cara Fili,
ma come si fa a non apprezzare una persona come te, che confessa le proprie piccole debolezze con tanta sincerità?
In un mondo di gente apparentemente sfrontata, è bello sentire una persona che parla con sincerità.
Buona giornata, Robi
P.S. Anch’io mi sono vergognata da morire quando ti ho chiesto di fare una foto insieme…!
Tiziana
Grazie Fili per la risposta… ma proprio Pif … sigh! :'(
lapaz
ma che fastidio tutta questa pubblicità!!
Dorothy
Ciao Filippa
Anche a me è piaciuta tanto l’intervista a Pif!!!
Bellissimo il tuo look quasi da tennista e bellissimo il colore!
http://frufruprincess.com/2013/11/25/sporty-monday/
Dorothy
veraB'
Non c’è due senza tre, la quarta (che sei tu) vien da se…
Proprio oggi ho incontrato Francesca Schiavone in una concessionaria, vi vedrei bene tutte e quattro in un doppio !!!
Io mi limito ad arbitrare 😉
baci grandi
veraB’
manupia
proprio oggi ho ricevuto in regalo una splendida libellula ….
volerò a dare un occhio al tuo mach 😉
kiss manupia
DB
Cara Tiziana,
non è l’ora tarda a suggerire le tue riflessioni. Adesso è primo mattino e ne faccio di simili alle tue e a quelle di Giu.
Alle cose già dette da voi aggiungo che mi ha anche colpito, in questa intervista, la ‘rivendicazione linguistica’. Diliberto è offeso dal fatto che la parlata -o meglio, lingua- palermitana venga usata ogni volta che in una finzione cinematografica si voglia caratterizzare un malavitoso di origini italiane.
Circa la pubblicità, direi proprio che vada intesa come novità positiva per il blog e -in un certo senso- anche per chi lo frequenta. Del resto, un po’ ovunque il confine tra informazione, discussione, pubblicità e marketing diviene sempre più labile.
Credo pure che tra non molto Filippa ci darà altre novità dai vari fronti di attività.
Buona giornata !
DB
Tiziana
@DB.. e Filippa
Per un attimo ho creduto di aver sognato ad occhi aperti, avevo letto velocemente la tua risposta durante la pausa caffè ed ora non la ritrovavo più, rincantucciata qui in fondo, ma alla fine l’ho scovata 🙂
E’ bello il tuo commento sulla difesa della lingua palermitana ed è sorprendente come nei pochi minuti dell’intervista Pif sia riuscito a dire così tante cose, ogni passo infatti merita una piccola riflessione, al contrario di tanti altri discorsi ridondanti nel suono ma vuoti nel significato. Merito della sua voglia di porsi domande, anche scomode, e il suo desiderio di cercarne le risposte, mai banali, che lo aveva già accompagnato nei viaggi de “Il Testimone”. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Filippa, che ha avuto la fortunata occasione di incontrarlo. Se ti va, Fili, ovviamente. Mi farebbe proprio piacere.
Un abbraccio ad entrambi.
DB
Sommersi dal frastuono di voci fatue e volgari non ascoltiamo più altre voci dei giorni appena trascorsi.
Le altre voci ci dicono che i siciliani sono anche e soprattutto questo.
http://www.corriere.it/cronache/13_novembre_28/lampedusa-l-uomo-che-non-pesca-dovevo-salvarli-tutti-li-rivedo-affogare-596fea54-57fc-11e3-8914-a908d6ffa3b0.shtml
Buona serata a tutti !
DB
Tiziana
Ho i brividi! Ho ancora presente nella memoria le interviste singhiozzate dei pescatori all’indomani della tragedia di Lampedusa e in quest’articolo si avverte, a distanza di tempo, ancora vivo l’urlo della loro rabbia e della loro frustrazione, la loro e la nostra impossibilità di rassegnazione. Grazie DB, per avercelo ricordato.
Buona serata.
Filippa
Struggente.
DB
La demenza del dibattito pubblica, le nebbie della vita civile, l’astrazione collettiva dalla realtà sono tali da spingere alcuni ad affondare le mani e i piedi negli aspetti più controversi e dolorosi dell’esperienza quotidiana.
Quasi una ricerca della sofferenza che serva ad accertarsi di essere ancora presenti a sé stessi.
Quasi un darsi violenti pizzichi pur di stabilire se si è svegli o invece si dorme, si sogna, si delira.
Anche a me capita e mi chiedo se questo non limiti le mie facoltà relazionali. Mi chiedo se questo scivolare di continuo nella cupezza, questo schizzare gli altri del mio umor nero non comprometta le mie facoltà relazionali e il mio stare al mondo con un minimo di garbo e discrezione.
Cercherò l’eremo, la sistemazione appartata, la decorosa clausura, il buen retiro.
DB
Tiziana
@DB
Mi chiedo se questa tua ricerca non sia invece dovuta semplicemente al fatto di avere una coscienza, cosa che in certi ambienti sembra sia diventata un optional, e quindi ti prego di continuare a darle ascolto. Necessità di un eremo? No, mi spiace, qui proprio non ci siamo, questo è solo un brutto pensiero di mezzanotte… a meno che… mi sorge un dubbio: non è che il tuo buen retiro si chiami Villa San Martino? 😉
DB
Ieri, qui in ufficio parlavo, con delle persone che erano venute a trovarmi. Si parlava di lavoro. Tutto perfetto, tutto ok. Improvvisamente e senza motivo mi sono messo a parlare dell’inarrestabile declino della società italiana. Addirittura mi sono avventurato in considerazioni apocalittiche sul declino della ‘civiltà’ italiana, come si può fare della civiltà Maya o dell’Egitto dei Faraoni….Ho smesso quando ho notato le facce imbarazzate di quei cortesi signori.
Ho pensato che quell’esplosione di malumore era l’effetto dei giornali che poco prima avevo sfogliato. Ho pensato che dovevo controllarmi di più.
Sono andati via quei signori ed ho aperto FB. Uno dei miei contatti aveva pubblicato un post sul “Programma del PD in tre spot: Nutella, Coca-Cola e Guinness” che qualcuno (neppure lo nomino) ha elaborato. Mi sono detto: è vero che le sottoculture pubblicitarie e televisive hanno espulso ogni altra forma di conoscenza dalla coscienza collettiva, ma qui la realtà supera -ampiamente- la satira !
Poco dopo, sono arrivate altre persone in ufficio, per questioni di lavoro, naturalmente. Ancora una volta senza ragione, ho attaccato un bottone tremendo sul fatto che -a mio parere- nel 2030 la popolazione italiana sarà scesa a 45 milioni per effetto di una massiccia emigrazione. Essendo queste persone giovani ho pure chiesto se si stavano attrezzando per l’espatrio, ma le ho viste sorprese, interdette.
Ho pensato che dovevo cercarmi un eremo, un convento, un posto isolato. Il buen retiro*, appunto.
DB
* Ma a Villa San Martino ci devo andare per dedicarmi ad attività ludico-ricreative o per compiere un attentato dinamitardo ?
Tiziana
@DB
Cosa leggo? Ma allora sei proprio grave! L’isolamento che proponi è il peggiore dei rimedi: qui occorrono dosi massicce di pensiero positivo, energia, entusiasmo ed un po’ di leggerezza, in una parola un bel fil-raduno 🙂
Non so a che punto sia Filippa con i preparativi, io non ho più seguito, però mi sento in dovere di sollecitarla: S.O.S. dottoressa Fili, aiuto, il malato scotta, necessita urgentemente un trattamento intensivo! E, come penso direbbe lui, bisogna farlo ampressa ampressa 🙂
Con la postilla mi hai regalato una bella risata. Io avevo in mente solo un’opzione (descritta da te molto elegantemente), ma l’alternativa proposta è molto appetitosa: ora onestamente non saprei consigliarti, tanto più che, se la cura che ti ho suggerito è efficace, dell’eremo non ci sarà più bisogno, che dici? 😉
DB
Cara Tiziana,
quando sto da solo sto zitto, sono normale (quasi). La patologia viene fuori quando sono con qualcuno e soprattutto nelle occasioni conviviali. Anche ieri, due volte. Non so se il raduno sarà terapeutico per me. Comunque, io vi ho avvertito.
Circa l’eramo, forse ho trovato un compromesso tra le due opzioni: portare in regalo al padrone di casa una ‘bomba sexy’. Nell’eremo già circolano decine e decine di cocottes di regime, ma lui è dell’idea che è meglio abbondare.
DB
Tiziana
@DB
Ahi ahi ahi! Ma qui si va di male in peggio! Cosa vuol dire che quando sei solo stai zitto? Non parli da solo, non ti fai domande e non ti dai risposte ad alta voce? Grave, gravissimo 😉
Vedo che però il buonumore non ti ha abbandonato ma, se proprio devi andare all’eremo, ricordati di portare un omaggio anche al cagnolino 😉
In attesa del fil-day, ti lascio qui un piccolo farmaco da banco, di quelli senza obbligo di ricetta: prova a prenderlo a piccole dosi, può esserti d’aiuto:
http://www.change.org/it
Buon sabato
DB
Mi sa che ho pubblicato due volte lo stesso commento. Chiedo scusa !
DB
Filippa
Buongiorno! Una versione è rimasta bloccata, l’ho tolta, no problem!
Seguo con piacere il vostro discorso.
un abbraccio!
fili
Ale
Fì…
gonnellino e scarpe meravigliosi!
mmmmmmmmmmmmmmmmm!